Sesso in Autobus

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» Sasuke Uchiha
view post Posted on 30/1/2009, 19:49




L'Autobus



Non prendevo l’autobus da almeno trent’anni, troppo impegnato a girare sempre in macchina, ma ora mi ero imposto di risparmiare almeno quando ero a casa ; quel giorno quindi, acquistati i biglietti, mi sono fermato alla piazzola vicino a casa per andare in centro e fare due passi.

Doveva essere giorno di mercato perché era affollata di donne di tutte le età, e quando arrivò l’autobus già quasi pieno, fui tentato di lasciare, ma poiché la porta mi si aprì proprio davanti decisi di salire sospinto anche dalla ressa che mi si era formata dietro.

Subito all’avvio del mezzo uno scrollone prima all’indietro e poi in avanti fece assestare e ottimizzare gli spazi tra le persone, ovvero mi ritrovai dietro, con le spalle in un angolo e pressato sul davanti da una bella signora sui cinquanta, piuttosto alta e con un sedere bello pieno che, in mancanza di appigli, seguiva le onde di marcia sbattendo e strofinando di continuo contro il mio bacino.
Le prime volte si girò per scusarsi, poi decise che non c’era rimedio e continuò questo incessante lavorio finchè mi accorsi che il gioco mi piaceva e che mi stavo eccitando. Mentre cercavo comunque di evitare un contatto troppo evidente, una frenata improvvisa le fece allungare all’indietro una mano in cerca di appigli e si trovò quindi a stringere brutalmente il mio pacco già bello sviluppato.

Non realizzò subito dove si era aggrappata per cui indugiò alcuni secondi e mi venne spontaneo a mia volta trattenere la sua mano su di me.

A parte in qualche fantasia masturbatoria da ragazzino, non avevo mai fatto niente del genere, per cui mi preparai a subire alte proteste se non di peggio ma, con sollievo, mi resi conto che adesso la presa era deliberata e che la mano sembrava prendere le esatte misure del cazzo.

Lentamente ma con decisione la donna riuscì a girarsi e, guardandomi negli occhi con un sorrisino malizioso, riprese possesso del pacco che sentiva sotto la stoffa e mi mise sotto al naso una interessante scollatura che si protendeva sotto l’impermeabile.

Mi feci subito strada e aprendo sul davanti avanzai con la mano sotto la sua maglietta sulla nuda pelle fino ad una tetta che impugnai con decisione; non portava reggiseno ed il contatto con il grosso capezzolo fu immediato, come fu immediato il suo ingrossarsi sotto le mie dita.

Emise come un soffio di sofferenza e con entrambe le mani si mise a trafficare con la mia cerniera liberando subito il cazzo eccitatissimo e bagnato , cosa che verificò passando il pollice sopra la mia fessurina e provvedendo a percorrere tutto il glande mente mi scappellava decisa.

A questo punto cominciai a preoccuparmi.
Malgrado l’ottima educazione se qualcuno, non importa se maschio o femmina , arriva ad afferrarmi il cazzo tutti i miei freni inibitori vengono travolti da una voglia di godere che mi fa perdere qualsiasi prudenza, e nel caso specifico mi trovavo all’angolo di un autobus colmo di gente, col cazzo fuori, con il rischio che alla prima fermata molti scendessero privandomi della necessaria copertura.
La cosa però non sembrava minimamente preoccupare la donna che ormai mi stava decisamente segando con l’intenzione di farmi godere subito, mentre io le strizzavo il capezzolo con una mano e con l’altra le avevo raccolto verso l’alto la gonna leggera sul davanti e, scostate le mutandine le avevo arpionato con due dita la fessura. Io ero certamente eccitato e bagnato, ma quello che trovai lì sotto mi fece capire quanto eravamo simili, due anime gemelle si erano trovate.

Non avevo fatto ancora niente eppure fiumi di umori densi mi stavano riempiendo la mano e le colavano lungo le gambe.
La situazione , la sua e la mia eccitazione , la paura di essere scoperti mi portò ad un orgasmo talmente improvviso e prepotente ed abbondante che mi trovai a sborrarle contro fiotti di sperma, bagnandole mutande e gonna e scarpe e quant’altro. Non diede vista di essere delusa e con la mano tutta imbrattata mi massaggiò ancora un po’ il cazzo la pancia ed i coglioni, finendo anche per pulirsi alla meglio.
Mi rimboccò volenterosa nei pantaloni il cazzo ancora gocciolante, tirò su la cerniera e, prima di sistemarsi la gonna, passò la mano sui propri umori e come a voler fare un buffetto me la mise sulla bocca facendomi sentire il profumo ed il gusto del suo piacere misto al mio.

Con un ultimo sorriso divertito si chiuse davanti l’impermeabile per coprire le macchie di sperma e pochi secondi dopo scendeva con quasi tutti alla fermata del mercato.

Avrei dovuto forse seguirla ma la tensione di quei pochi minuti ed il godimento straordinario mi avevano tolto forze e riflessi per cui mi ritrovai a salutare con la mano dal vetro posteriore mentre l’autobus riprendeva la sua corsa.
L’unica cosa che mi venne in mente mentre un po’ alla volta mi riprendevo fu “ chissà quante ne ho perse in trent’anni a non usare l’autobus”, ma da oggi si cambia!!

Ed infatti da allora sono stati tanti i viaggi (rigorosamente senza mutande per avere e dare il massimo della sensibilità) e scoprii anche che non ero il solo …ma questo lo racconterò più avanti.
 
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