Schegge Impazzite

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» Sasuke Uchiha
view post Posted on 30/1/2009, 22:49




La monotonia d’ogni giorno, a 21 anni casa, lavoro, studio poco tempo da dedicare allo svago e agli amici, sono al terzo anno d’ingegneria elettronica, e per pagarmi gli studi lavoro come guardiano notturno in una fabbrica tessile, ho due sorelle, Jessica 26 anni prossima alla laurea e Susy 18. I nostri genitori hanno una pasticceria che gli impegna dalle quattro del mattino fino alle due del pomeriggio per sei giorni la settimana, il lunedì riposano. Era il mese di Maggio, Jessica la Domenica dedicava le prime ore del mattino a dare una mano in pasticceria, mentre io alle sei del mattino rientravo e mi mettevo a dormire, Susy era la nostra mascotte, coccolata da tutti, sin da piccolina s’infilava nel mio letto o in quello della sorella per non sentirsi sola, e anche adesso che aveva 18 anni, ogni tanto gli veniva la nostalgia, s’infilava nel letto, e si rannicchiava come un cucciolo, da parte mia continuavo a dormire neanche mi accorgevo d’averla nel letto, qualche volta mi svegliavo e la trovavo addormentata, allora mi alzavo pian, pianino lasciandola dormire. Studiavo generalmente sprofondato nella poltrona, mentre lei si sedeva sul tappeto con le gambe incrociate in posizione di yoga, di tanto in tanto si lasciava andare appoggiando la schiena sulla poltrona tra le mie gambe e reclinando la testa all’indietro. Più di una volta mi addormentavo col libro aperto vinto dal sonno specie quando non potevo dormire al rientro dal lavoro per via degli esami che in certi periodi m’impegnavano molto.
Una mattina invece di andare a letto, mi misi a studiare disteso su un divano, stavo preparando un esame, e anche se era Domenica, pensai di approfittarne perché il pensiero non mi conciliava il sonno, alle sette, Susy non trovandomi a letto, si alzò e venne come suo solito a sedersi vicino a dove stavo io, più che altro perché odiava stare da sola. Ero assorto nella lettura, con un braccio a mo di cuscino disteso su un fianco, dopo un po’ crollai in un sonno profondo, non ho idea di quanto avessi dormito, ad un certo punto stavo facendo un sogno erotico, quindi ero eccitato all’inverosimile, ma allo stesso tempo intontito non capivo se fosse sogno o realtà, sta di fatto che sentivo effettivamente un massaggio sulle parti intime, quindi cercai di capire cosa stava succedendo, con gli occhi semichiusi, cercai di vedere, senza muovermi facendo finta di continuare a dormire. La scena che mi si presentava aveva dell’incredibile, Susy, dopo avermi slacciato i boxer e messo ben in vista il mio fallo, lo aveva preso in mano, carezzandolo delicatamente dalla base fino alla cappella senza tralasciare di accarezzare i testicoli, non sapevo come comportarmi, quindi decisi di rimanere immobile e di far finta di continuare a dormire, ad un certo punto vidi che si alzava e con la mano sinistra si abbassava il pigiama e le mutandine fino a mezza gamba. Aveva una leggera peluria bionda che gli ricopriva il pube, s’inginocchiò nuovamente, e mentre con la mano destra scorreva lungo la verga, con la sinistra si carezzava la patatina, il membro cominciava a pulsare per l’eccitazione, e le prime gocce di liquido lubrificante comparvero sul glande, ci passò sopra con l’indice, saggiandone la densità con i polpastrelli, poi avvicinò il viso per sentirne l’odore, diede uno sguardo per vedere se dormivo, e continuò ad accarezzare la verga per tutta la sua lunghezza, quando comparvero altre gocce, si avvicinò con le labbra e le posò sopra il nettare saggiandone il sapore passandosi la lingua sulle labbra, la sua mano sinistra aveva sollevato la maglietta scoprendo le sue tettine già formate e in crescita, mentre le massaggiava ebbi modo di vedere le aureole rosa con il capezzolo appena pronunciato. Ero in uno stato d’eccitazione estasiato dalle vista del suo corpo e dalle carezze che mi dimenticai completamente che quella era mia sorellina, specie quando ad un certo punto avvicinò le tettine e vi fece scorrere il membro portandolo quasi a toccare il mento, sentivo che stavo per venire, ma la lasciai fare, sentii la sua mano stringere sul pene per farlo aderire al seno, mentre con l’altra stringeva le tettine pressandole contro il pene, era in una posizione scomoda, si mosse verso di me per sistemarsi meglio.

Il movimento che fece il glande andò a sfiorare il mento, mentre lo scorrere del fallo tra le sue tettine mi portarono subito all’orgasmo, al primo fiotto che raggiunse il mento, cerco di fermarlo stringendo il pene con forza, ma non faceva che aumentare l’eiaculazione, con una mano si sfilò la maglietta per evitare di sporcarla, la lasciò cadere, poi con tutte e due le mani cercava di contenere lo sperma per impedirgli di cadere sul divano, era presa dal panico gli schizzi avevano inondato le sue tettine, e cominciavano a colare lungo il corpo, a quel punto feci finta di svegliarmi, strabuzzai gli occhi, la vidi in preda alla disperazione, presi i fazzoletti di carta che tenevo lì vicino, gliene porsi uno aperto, mentre un altro lo avvolsi sul glande per non gocciolare sul divano, lei si alzò in piedi lasciando cadere il pigiama e le mutandine che erano ancora a mezza gamba, vederla completamente nuda in piedi davanti a me era una visione che mi eccitava ancora di più, mi a! lzai anch’io lasciando cadere il boxer ai miei piedi, la vedevo terrorizzata e non osava proferire parola, mi sfilai la maglietta per evitare di sporcarla rimanendo nudo davanti a lei, non osava muoversi, aspettava la mia reazione senza sapere come avrei reagito.
Stetti ad ammirare la donna che fino ad un’ora prima era una bambina, le posi un braccio sulle spalle avvicinandola al mio corpo come a coccolarla, poi ci dirigemmo verso il bagno, entrammo in doccia, mentre regolavo l’acqua, lei mi abbracciò stringendosi al mio corpo, era alta un metro e sessantacinque cm capelli biondi lunghi, quando erano sciolti gli coprivano le spalle, io ero uno e settantadue, sentire il suo corpo a contato con il mio non faceva che aumentare l'eccitazione, mi girai verso di lei, fissandola negli occhi: perdonami disse ho combinato un bel casino, non sapevo che succedesse ciò che è successo.
Gli sorrisi accarezzando il suo viso, la baciai sulla fronte: non è successo niente dissi per tranquillizzarla, lei rimase interdetta per qualche secondo, poi mi abbracciò stringendosi a me, il suo corpo nudo che pressava contro il fallo eretto che pulsava per l’eccitazione, si lasciava andare tra le mie braccia, mi prese la mano e la guido sulle sue tettine, il suo viso che si protendeva a cercare le mie labbra, fino ad unirci in un bacio lungo e appassionato, restammo uniti con le lingue che si cercavano e i nostri corpi che si offrivano uno all’altro, appoggiai le spalle alla parete le sue mani intorno al mio collo e le mie che palpavano i suoi glutei e la spingevano sul membro, quando le nostre bocche si staccarono, la mia andò a cercare le sue tettine, mi avventai su di loro, come un lupo affamato, le suggevo e ne titillavo i capezzoli con la lingua, senti la sua mano afferrare il membro e guidarlo tra le cosce, il tocco della sua patatina rorida d’umori sulla mia asta ! che scorreva per tutta la sua lunghezza mi avrebbe portato subito ad un altro orgasmo. Rimasi immobile per un istante, sentivo le grandi labbra adattarsi all’asta, che pulsava, era al culmine e di lì a poco sarei esploso, mi tirai indietro, e la avvisai, sto per venire di nuovo dissi, lei senza rispondere, si chinò in ginocchio di fronte a me, lo prese in bocca, prima timidamente, poi sempre più voluttuosamente, non feci in tempo a tirarlo fuori, esplosi nella sua bocca, al primo fiotto, che gli arrivò, lo tirò fuori, mentre altri schizzi gli inondavano la faccia e colavano sul seno, deglutì il primo fiotto che gli impediva di respirare, poi prese di nuovo il fallo tra le labbra suggendone quel po’ che ancora usciva, la feci alzare, e di nuovo le nostre bocche, si unirono, mi staccai dalle sue labbra, cominciai a discendere lungo il collo riempiendola di baci e mordicchiandola con le labbra, mi soffermai sui seni disegnando dei cerchi con la punta della lingua, discesi sul ventre, fino all’ombelico, lo penetrai il più possibile con la lingua, quando raggiunsi ! l’inguine, le sue mani presero la mia testa pressandola contro il pube, poi divaricò le gambe dandomi modo di raggiungere la sua patatina, lambivo le grandi labbra con la lingua e lei protese in avanti il bacino cercando di aumentare il contato. Mi alzai interrompendo quel contato, mi misi dietro di lei e ricominciai a scendere fino ai glutei, la invitai a chinarsi in avanti, e lei obbedì senza proferire parola, inginocchiato dietro di lei ora avevo la sua patatina all’altezza del viso, vi passai la punta della lingua e lei sussultò, cominciai a penetrarla con la lingua, la sentivo sciogliersi e grondare d’umori, l’incontro della lingua col clitoride la fece trasalire, un gemito e un sì d’appagamento mentre indietreggiava per avere più penetrazione, poi si fermò per riprendersi, si girò e s’inginocchiò davanti a me, ci abbracciamo e ci avvinghiamo ancora unendo le nostre bocche, finimmo di lavarci aiutandoci a vicenda, poi uscimmo dalla doccia. Mentre ci asciugavamo stavamo ad osservare i nostri corpi ogni tanto ci abbracciavamo toccando i nostri sessi reciprocamente, ero avvolto in un limbo e non osavo chiedere perché fosse successo, mentre lei cominciò a fare domande.
- Che cosa erano le goccioline trasparenti che comparivano sul glande quando lo accarezzavo?
- Quello e un lubrificante che secerne quando è eccitato.
- Il liquido bianco denso perché e uscito?
- Perché quello e lo sperma che esce quando si raggiunge l’orgasmo per via del coito o per masturbazione.
- E pericoloso inghiottirlo?
- No se non ti fa ribrezzo.
- In un primo momento mi ha fatto un po’ senso ma poi mi è piaciuto.
- Che cosa è il coito?
- Il coito e l’atto amoroso tra uomo e donna con penetrazione in vagina,
Rimase senza parlare per qualche minuto, ma la vedevo pensierosa, poi timidamente: mi fai vedere come si fa disse tutto d’un fiato. Sentire quelle parole e vedere lei che apriva l’accappatoio mostrandosi disponibile all’atto sessuale, mi porto ancora ad eccitarmi, lei aprì il mio accappatoio e vedendo che ero di nuovo eccitato, si avvicinò per sentirlo poggiandolo sul pube, in quel momento il telefono squillò, andai a rispondere, era Jessica che chiamava per dirci di avviare il pranzo perché sarebbe uscita presto, e quindi aveva necessità di trovare il pranzo pronto quando rientrava. Richiusi l’accappatoio, andai in cucina e misi l’acqua per fare la pasta, poi mi diressi in camera a vestirmi, continuavo a ripensare a ciò che era successo, mi rimproveravo di non averla respinta, ma allo stesso tempo l’immagine del suo corpo che mi si offriva, mi riportavano ad uno stato d’eccitazione tale che non riuscivo a reprimere, ma addirittura ciò che mi aveva chiesto poco prima mi aveva mandato completamente in tilt. Pensai che l’indomani essendo lunedì non ci sarebbe stata l’occasione di restare da soli, e che forse avrei avuto la forza di sottrarmi a ciò che lei mi aveva chiesto, intanto mi preparai ad incontrare Jessica cercando di apparire come se nulla fosse successo, preparai la tavola come facevo sempre, colai la pasta mentre lei stava suonando alla porta, Susy andò ad aprire, non appena mise piede dentro, le si appese al collo abbracciandola, si scambiarono due baci affettuosi e vennero in cucina tenendosi per mano, io continuai a preparare salutai evitando di incrociare lo sguardo diretto con Jessica per paura di essere tradito dall’emozione, paura di essere letto nel pensiero, mentre lei era al settimo cielo sia per l’accoglienza che Susy gli aveva riservato entrando e sia per il fatto che aveva in programma di stare due giorni con gli amici a festeggiare non so quale avvenimento. Subito dopo arrivarono anche i genitori, mentre mangiamo evitiamo di accendere la TV cosi abbiamo modo di scambiare qualche parola visto che sono i pochi momenti che ci riuniamo, Susy era continuamente giocosa con Jessica, mentre io ero continuamente distratto, la fatidica domanda di mia madre, arrivò puntuale; cosa c’è che non và, ti vedo con la testa tra le nuvole, ho un esame e temo di non essere pronto a sostenerlo nel migliore dei modi.
I pensieri continuavano a tenere la mia mente occupata e per quanto mi sforzassi di studiare, leggevo e rileggevo la stessa pagina senza riuscire a capire ciò che leggevo.
Accantonai per quel giorno l’idea di studiare, quella domenica sembrava più lunga delle altre, e mentre si avvicinava l’ora di andare al lavoro, mia madre mi informava che l’indomani mattina sarebbe andata insieme a mio padre a una fiera sulla produzione di macchine e attrezzature per pasticceria, approfittando del martedì festivo avrebbero avuto a disposizione due giornate intere da dedicare a loro stessi, in un primo momento pensai che sarei rimasto da solo quindi chiesi a mia madre se avevano i biglietti: partiamo alle quattro domani mattina, viene un taxi e ci lascia all’aeroporto, quando rientri dal lavoro troverai Susy ancora addormentata, gli abbiamo proposto se voleva venire ma all’idea di stare appresso a noi si sarebbe annoiata quindi a preferito stare a casa. Salutai tutti e mi avviai al lavoro, la mattina quando rientrai, cercai di non fare rumori per non svegliare Susy, feci una doccia e mi infilai nel letto.
Presi subito sonno, mi svegliai alle dieci e mezza, come facevo di solito, rimasi ancora a letto ancora un po’ assonnato, con gli occhi socchiusi, sentii il lenzuolo alzarsi e Susy che si infilava sotto accoccolandosi come faceva sempre, mi tornò alla mente ciò che successe il giorno prima, e in un attimo mi ritrovai eccitato in modo incontenibile, rimasi fermo per non farmi scoprire, ma la sua mano discese per sollevare la maglietta del mio pigiama, sentendo la mia eccitazione, invece di sollevarmi la maglietta, prese lo strap dei boxer, e lo aprì facendo uscire la verga, che a contato con la sua manina si irrigidì all’inverosimile, la sua mano si posò sul mio fianco invitandomi a girarmi. Come un automa mi girai supino lasciando che lei continuasse il suo gioco appena iniziato, senti il lenzuolo che si levava lasciandomi scoperto, mi lasciai spogliare incapace di oppormi alle sue carezze sentivo il suo corpo attraverso la vestaglia di seta posarsi sul mio e plasmarsi sinuosa, con gli occhi socchiusi sentii le sue mani prendere le mie e portarle sui lembi della vestaglia, capii il suo invito e riaprii gli occhi, cominciai a far salire la sua veste scoprendo il suo corpo lentamente ammirando ogni centimetro del suo meraviglioso corpo, non le avevo ancora sfilato del tutto la veste, che lei si lasciò cadere morbidamente offrendomi i suoi seni e portando indietro i glutei fino a sentire la mia verga premere contro le sue mutandine, che si erano impregnate dei suoi umori, ci girammo di fianco e cominciai a sfilarle le mutandine, mentre lei plasmava il suo seno contro il mio viso inebriandomi del suo profumo sensuale, portai le sue mutandine sul viso odorandole, la! sciai a lei ogni iniziativa, incapace di resistere alla sua sensualità. Uniti in un bacio appassionante le nostre lingue si contorcevano cercandosi freneticamente, mentre il mio corpo seguiva le movenze del suo, mi ritrovai nuovamente supino, con lei sopra che scivolava incontro alla verga, il contato del glande sulle grandi labbra calde e madide, mi portarono quasi all’orgasmo, rimasi fermo immobile, la sentii trasalire, e fermarsi anche lei, poi riprese a muoversi cercando di farsi penetrare, ma non si spingeva oltre, la interruppi per evitare di eiaculare, la feci distendere supina invertendo i ruoli, posai nuovamente il glande tra le grandi labbra, aspettai che si lubrificasse movendolo, poi cominciai a spingere adagio fino a varcare la soglia della sua patatina, sentii le sue unghie affondare nella mia schiena, mentre emetteva un gemito, rimasi immobile, mentre lei si avvinghiava al mio collo stringendomi forte, poco dopo allentava la stretta, e cominciò a muoversi inarcando la schiena e divaricando le gambe, sentivo il glande premere contr! o l’imene, ma non osavo spingere per non procurargli dolore, ma sentivo che di li a poco sarei esploso inondandola, mi ritirai scaricando il mio orgasmo sul suo corpo con i primi schizzi che gli arrivarono fino al mento continuai a eiaculare stringendomi a lei e tenendo il fallo stretto tra i nostri corpi quando tolsi il membro dalla sua patatina, ebbi la netta sensazione che lei cercasse di trattenermi per non farlo uscire, andammo in doccia per ripulirci, mentre ci lavavamo a vicenda, sentivo la sua eccitazione che mi attraeva, e anche io cominciavo ad essere sempre più eccitato, ci unimmo ancora in un bacio profondo, la sollevai prendendola per i glutei, e lei cinse le sue gambe dietro la mia schiena, la lasciai scivolare piano fino ad incontrare nuovamente il fallo eretto verso la sua vagina, lo sentii entrare senza difficoltà, ma senza andare a fondo, cercavo di muovermi in lei ma la sua stretta me lo impediva, fino a che non allentò la stretta delle gambe, scivolò imp! alandosi sulla verga che la deflorava, un lamento di dolore mi! sto a pi acere prima di lasciarsi andare completamente, la presi nuovamente per i glutei e cominciai a muovermi in lei, fino a sentirla abbandonarsi al suo orgasmo tanto agognato, continuai fino a vederla in estasi, mi fermai al suo invito per farla riprendere, lo levai bagnato di liquido rosa misto a liquido filamentoso,mentre l’acqua scorreva sui nostri corpi, lei si girò dandomi la schiena e strusciando i glutei conto il membro ancora in erezione, il che non faceva che accrescere la mia eccitazione, quando ad un certo punto lei si mise prona, puntai il glande sulla sua vagina ancora gonfia, e lo spinsi dentro dolcemente fino a sentire i testicoli che pressavano sul suo sesso, cominciai a muovermi in lei affondando e ritraendo fino a sentire i suoi gemiti sempre più intensi che mi invitavano a prenderla con più foga, intensificai le spinte pelviche finché un gemito quasi urlato la portarono all’estasi, spingendosi indietro e incastrandomi contro la parete, non ebbi il tempo di lev! arlo e in un attimo mi abbandonai inondandola e riempiendola, ero talmente frastornato che non pensai a ciò che avevo fatto, rimanemmo accovacciati dentro la doccia fino a che gli spasmi del pene dentro di lei non cessarono e l’erezione si affievolì, finimmo di lavarci aiutandoci a vicenda, poi ci asciugammo e ci incamminammo verso la nostra camera, passando davanti alla camera matrimoniale, lei si fermò cercando un gesto di assenso, io annuì e andammo a sdraiarci nel lettone, ci avvinghiammo abbracciati fino a prendere sonno.
Mi svegliai che erano le tredici circa, ancora nudo, ci misi un po’ a capire che non ero nel mio letto, istintivamente allungai la mano per sentire se Susy era ancora vicino a me, accesi la luce e vidi che ero da solo, mi alzai avviandomi fuori dalla camera, quando uscii nel corridoio sentii dei rumori provenire dalla cucina, il profumo che ne proveniva mi fecero pensare alle lasagne che la mamma ci preparava quando non era impegnata col lavoro, arrivato alla porta della cucina mi affacciai e vidi Susy intenta ad apparecchiare, indossava una vestaglietta leggerissima tenuta chiusa da una stringa della stessa stoffa messa a mo di cintola, che in controluce lasciava intravedere il suo corpo in ogni dettaglio, quando mi vide mi venne incontro buttandomi le braccia al collo e baciandomi sulla bocca, nel camminare la vestaglia si apriva mettendo in mostra le sue gambe fino alle mutandine, ancora inebetito non mi accorsi che ero nuovamente in erezione, lei sentendo la verga contro! il suo corpo che mi si era incollato addosso, allungo la mano per saggiarne la consistenza, dal suo comportamento capii quanto ne fosse compiaciuta, palpai i suoi glutei tirandola a me e rispondendo ai suoi baci, poi andai a vestirmi, entrai in bagno mi rinfrescai il viso, infilai i boxer e una maglietta che lei mi aveva preparato. Trovarmi a tavola con lei senza aspettare nessun altro era alquanto insolito, e lei fece in modo che lo fosse ancora di più apparecchiando e adornando la tavola in maniera del tutto romantica, mentre mi preparavo ripensavo alla follia di non avere usato alcuna precauzione, contando sul mio autocontrollo che non ha funzionato, il pensiero che potrei averla ingravidata mi turbava e non mi faceva stare tranquillo, non sapevo cosa fare, il bisogno di un consiglio che mi tranquillizzasse, mai mi era mancato come in quel momento, cercai di non darlo a vedere a Susy, che già mi stava chiamando perché era pronto in tavola, quando entrai mi ritrovai in un ambiente intimo come mai lo era stato, avevo quasi soggezione a sedermi, anche lei nel frattempo si era cambiata, aveva indossato un vestitino che esaltava le sue forme, con una scollatura mozzafiato che ogni volta che vi posavo lo sguardo mi incantavo, e la verga resuscitava prepotente, tanto da costringermi a dargli una sistemata! , lei si rese conto sin dal primo sguardo quanto mi intrigava, e mentre si mangiava la sua mano andò alla ricerca della mia per portarsela sulla patatina, la trovai completamente allagata, con grande sorpresa non indossava più le mutandine, e ciò la diceva lunga circa le sue intenzioni. Tornai coi pensieri alle mie paure, e provai a parlarne con Susy, sperando che capisse quanto fosse preoccupante ciò che era successo, ma ogni tentativo di portare avanti un discorso serio svaniva in altri discorsi che nulla avevano a che fare, il pranzo finì, ci alzammo per andare a sederci sul divano, lei portò un dessert semifreddo che avremo dovuto mangiare dalla stessa coppa con un unico cucchiaino, mi fece sedere, per poi accomodarsi in grembo a me, cominciò a imboccarmi il primo cucchiaino, il secondo se lo portò alla bocca lentamente passandoci la lingua tutt’intorno con gesti abbastanza sensuali ed eloquenti, quando vide che posavo nuovamente lo sguardo nella sua scollatura, lasciò cadere nel bel mezzo un cucchiaino pieno di dessert, rimase ferma con una mano che teneva la coppa e l’altra che premeva sui seni per fermare il dessert. Presi la coppa e la posai a terra, poi mi avventai sulla sua scollatura leccando il dessert, le sue mani lasciarono il seno e si posarono sulla mia testa invitandomi a non lasciare neppure una goccia del dolce, presi le spalline e feci scivolare il vestito per poter raggiungere il dolce che continuava a fluire verso il basso, mi soffermai a ripulire le sue tettine leccandole e suggendone i capezzoli che sapevano di dolce, mentre le sue mani premevano sulla mia nuca invitandomi a continuare con più avidità, la feci alzare per permettere al vestito di sfilarsi, lasciai che cadesse a terra, poi vedendo ancora del dolce che colava sul ventre, continuai a pulire fino a raggiungere la patatina dove si erano fermate le ultime gocce mischiandosi al suo nettare addolcendone il sapore, la lingua raggiunse la patatina e lei divaricò il più possibile per favorire l’operazione di pulizia, sentii le sue gambe tremare e cedergli, scese a cavalcioni sul mio grembo pressando la sua vagina co! ntro la verga che era spuntata fuori dai boxer,mi si avvinghiò con un bacio cercando la mia lingua e risucchiandola nella sua bocca, sentii le sue mani tirarmi su la maglietta, si staccò dalla bocca alzandosi in piedi, mi tese la mano invitandomi ad alzarmi, la segui passo, passo nel letto matrimoniale, si chinò davanti a me sfilandomi i boxer e lasciandoli a terra, lasciai fare, sentii la lingua lambire i testicoli e risalire la verga fino al glande, poi ridiscendere, fino alla base, le sue labbra avvolsero prima un testicolo risucchiandolo, poi lasciarlo e prendere l’altro, risalire fino al glande e farlo scomparire tra le labbra, mi spinse sul letto dove mi lasciai cadere, lasciò la presa e venne a sdraiarsi vicino, ci avvinghiammo abbracciati unendo i nostri corpi cercando altre sensazioni, tornai a baciare e leccare la sua patatina, mentre la lingua saettava tra le grandi labbra, lei inarcava e divaricava dandomi la possibilità di esplorarla più profondamente, quando r! aggiunsi il clitoride, le sue gambe mi cinsero imprigionandomi!
e impedendomi di tirarmi indietro, sentivo la sua vagina aprirsi e accogliere la mia lingua in ogni angolazione, mentre lei dava delle spinte pelviche e allentava la presa dandomi modo di muovermi, la sentii rilassarsi dopo un gemito lungo di appagamento, mi sdraiai al suo fianco con il fallo che puntava in alto e non accennava ad ammosciarsi, mi venne sopra e si calò completamente sul palo, risalii quasi a farlo uscire per poi calarsi nuovamente, la invitai ad avvicinare le sue tettine al mio viso per poterle suggere e baciare, e mentre le suggevo la tenevo per le chiappe allargandole, inarcavo per penetrarla più in profondità. Le mie mani che allargavano le sue chiappe e accompagnavano l’amplesso, sentivo crescere il piacere dentro di me, mentre lei raggiungeva l’apice del piacere avvinghiandosi al mio corpo e baciandomi, con la lingua che mulinava alla ricerca della mia, allungai la mano destra tra le chiappe fino a toccarle la figa con il palo di carne ancora conficcato in profondità, toccai con l’indice sentendo che non c’erano spazzi vuoti, ne segnai i contorni, poi con l’indice bagnato dei suoi umori risalii il solco, il suo buchino completamente chiuso, a contato con il dito accennò un movimento come a volersi aprire e contemporaneamente la sua vagina si stringeva al mio cazzo, era una sensazione ancora più forte, provai a profanare il suo buchino spingendo delicatamente la punta del dito ma senza riuscirci, però ogni volta la sentivo più eccitata di prima, sentivo gli spasmi della sua figa che risucchiavano il mio cazzo, poi si abbandonò completamente scivolando al mio fianco e liberando il! cazzo ancora eretto all’inverosimile.
Nella foga, presi dalla passione non avevamo sentito la serratura della porta che si apriva, e quando guardai verso il corridoio rimasi impietrito, ferma sulla porta della camera comparve Jessica che guardava verso di noi, con la gonna alzata, una mano dentro le mutandine e l’altra sulla bocca come se si stesse succhiando il dito medio, cercai con lo sguardo un possibile rifugio senza trovarlo, la vidi avvicinarsi verso di noi lentamente con passo incerto, come se nel buio della stanza non fosse riuscita a capire chi fosse nel letto, senza dire una parola si slaccio la gonna lasciandola cadere a terra, come toccò il letto, Susy ebbe un sussulto, e lei con una mano che si posava sul mento di Susy la tranquillizzava. Con l’erezione alle stelle, guardavo inebetito il corpo sinuoso di Jessica che mi chiedeva di fargli spazio, mentre mi chiedevo da quanto tempo fosse li ad osservarci senza che me ne accorgessi, non osavo proferire parola, ero come stordito e mentre inizialmente mi aspettavo una scenata di rimprovero, il suo comportamento mi lasciava ancora di stucco, si sistemò alla mia destra, distesa sul fianco, mentre con la mano accarezzava il mio viso, e i miei cappelli dolcemente aspettando la mia reazione, con mossa lenta e timida ricambiavo le sue carezze, prendevo la sua mano e dopo averla accarezzata, ne baciai prima il dorso, poi il palmo e il polso, a sua volta prese la mia mano, la baciò e sollevandosi la maglietta, la posò sul seno invitandomi ad accarezzarlo, mentre massaggiavo le sue tette stupende, la sua mano raggiunse la verga saggiandone la consistenza e la disponibilità. Sentivo la sua mano che si serrava sul membro turgido, e scorreva fino alla base, Susy scese dal letto, si avvicinò dalla parte di Jessica, prese la maglietta e la sfilò mettendo a nudo il corpo della sorella, senza aspettare oltre mi avventai su quel seno superbo suggevo in maniera famelica e ne mordicchiavo i capezzoli, Susy intanto si prodigava per sfilare le minuscole mutandine di Jessica ormai fradice di umori, le portò sul viso annusandole, poi la vidi chinarsi sul corpo della sorella e strusciarsi come una gattina, ebbi la sensazione che Jessica gradisse quelle carezze date dal corpo della sorellina, che nel farsi spazio fece in modo che Jessica salisse su di me che mi ero messo supino con il membro svettante, in un istante ci avvinghiamo abbracciati unendo le nostre bocche con le lingue che si cercavano, sentii le mani di Susy che prendevano il fallo e cercavano di abbassarlo, il glande posarsi tra le grandi labbra di Jessica e scivolare dentro come in un guanto cald! o e soffice, in quel momento Jessica si strinse a me quasi a soffocarmi, sentivo la sua figa pulsante risucchiare tutto il membro fino ai testicoli, mi impediva ogni movimento mentre con la bocca risucchiava la mia lingua quasi a strapparla, cominciò ad allentare la presa consentendomi di muovermi, continuavo a sentire le manine di Susy che accarezzavano i testicoli e facevano pressione facendoli aderire sulla figa di Jessica, senza trascurare di accarezzare il solco arrivando fino all’ano, dove indugiava col dito disegnando il contorno e violandolo con la falange umida di umori, Jessica reagiva inconscia con la figa che si stringeva sul cazzo spremendolo come un limone, cercai di avvisarla che stavo per sborrare, ma non ebbi il tempo, come aprii la bocca, si avventò con un bacio e mi cacciò la lingua fino alla gola, venni inondandola del mio seme, e lei si muoveva e per accoglierlo fino in fondo senza perderne una goccia sentivo pulsare la sua figa in sintonia col pulsare ! del cazzo che si vuotava in lei.
Quando si lasciò cadere esausta sul fianco con il cazzo ancora dentro che cominciava a rilassarsi, io ero ormai sfinito e non accennavo più alcun movimento, mi addormentai quasi subito, l’ultima cosa che vidi era il viso di Susy che si prodigava intorno a noi. Quando mi svegliai ebbi l’impressione di essere solo in casa, mi alzai feci il giro delle camere ma non trovai nessuno, entrai in bagno a lavarmi poi mi rivestii e andai in soggiorno a studiare, mi tornavano in mente le figure di Jessica con la sua sensualità, e Susy con la sua tenerezza, mi ritrovai ancora eccitato, mi chiedevo del rientro anticipato di Jessica che per fortuna non l’aveva presa male, continuavo a pensare a cosa sarebbe successo se fosse stata contraria. Ero assorto dalla lettura quando lo squillo del telefono mi destò, pensai a chi poteva essere l’interlocutore, andai a rispondere, era un collega di lavoro che mi chiedeva un cambio turno, accettai senza condizioni e senza pensare, guardai l’orologio appeso alla parete, segnava le sei del pomeriggio, sentii la chiave che apriva la porta, mentre le voci di Jessica e Susy che parlavano tra loro, si facevano più nitide.
Posarono una borsa con della spesa e vennero a salutarmi, in maniera insolita, una destra e l’altra a sinistra mi schioccarono un bacio sulle guance, senza trascurare di dare una sbirciata alla patta, e di strusciarsi un pochino per vedere l’effetto che mi avrebbero provocato, mi diedero un bacio sulle labbra poi andarono a sistemare la spesa, le seguii in cucina perché volevo parlare, ma tra tante cose che volevo dire non avevo idea di come impostare l’argomento, fu Susy che mi chiese per prima a che ora sarei uscito per andare al lavoro, così avrebbero preparato per tempo, quando risposi che sarei rimasto a casa, mi saltarono letteralmente addosso euforiche coprendomi di baci. Mi accomodai su una sedia mentre loro si avvicendavano per preparare la cena, prima andò Jessica a cambiarsi, portava una gonna plissettata ampia poco sopra il ginocchio, tornò con un vestaglia tenuta chiusa da una striscia di stoffa che nel camminare lasciava libero il ginocchio, Susy tornò con una maglietta lunga che le faceva da minigonna, mi sorpresi ad osservarle e a compiacermi del loro fisico, si guardarono tra di loro, poi vennero verso di me, si sedettero una sulla gamba destra e una sulla sinistra, esclamarono insieme; cosa pensi?
- Penso che siete splendide e irresistibili, mi domando come mai ai anticipato il rientro a oggi.
- Credevo di trovarti da solo in casa e avevo una certa idea ma Susy mi ah anticipato.
- Non ti sei persa d’animo, quando ti ho vista mi è presso un colpo
- In effetti e stata una sorpresa anche per me, in primo momento entrando in cucina e vedendo la tavola come era apparecchiata o pensato che erano rientrati mamma e papà, poi avvicinandomi alla loro camera il primo impulso e stato di uscire senza farmi sentire, pensando che fossero loro due, quando o capito che eravate voi volevo aggredirvi, ma poi mi sono chiesta perché ero tornata e ho pensato che tutto sommato non mi dispiaceva unirmi a voi, visto che la visione di Susy mi aveva eccitato tantissimo.
 
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