La morte lascia un vuoto... Incolmabile

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» Sanji
view post Posted on 31/1/2009, 09:09




Sono circa sei mesi che mio suocero è mancato, lasciando un enorme vuoto, soprattutto per sua moglie.
La morte improvvisa per infarto, ha scioccato tutti e sin da quella brutta notte, mia suocera è parsa come impazzita e passail tempo con lo sguardo perso nel vuoto o piangendo, a volte singhiozzando, altre volte solo asciugandosi gli occhi.

Dopo tre mesi dalla morte, il suo medico ha pensato anche di darle delle pastiglie che hanno ridotto gradualmente le lacrime per fare via via posto ad una serena assenza.

Questo stato di cose, preoccupa non poco mia moglie, figlia unica, che ora oltre al suo lavoro ed a nostro figlio si occupa di sua madre, delegando a me i compiti più gravosi.

"...ci sarebbe la mamma da accompagnare dalla zia... Dal dottore, a fare la spesa..." fu così che circa tre settimane fa mi venne anche dato l'incarico di accompagnarla al cimitero, per sostiuire una lampadina a forma di candela, in bella mostra tra un mazzo di fiori di plastica.

Quel giorno, mia suocera, che è certamente un bella donna, nonostante i suoi 55 anni, si fece elegante come se dovesse andare ad un festa e solo la giacca nera e gli occhiali scuri per nascondere le lacrime che sarebbero venute,segnalavano il lutto in corso ; per il resto un gonna marrone e le calze grigio scuro e un paio di scarpe con tacchi affilatissimi , le davano un'aria molto affascinante.

Mi scoprii a fare questi pensieri guardandola camminare davanti a me e confesso di essermi soffermato un attimo a guardarle il culone che ondeggiava piano sotto la gonna setosa.

" che bel culo..." mi dissi anche quando la vidi chinarsi per riempire d'acqua un vaso di vetro blu portato per l'occasione, insieme ad un mazzo di garofani bianchi che mi era stato affidato.

Arrivati alla "cappella di famiglia" così la chiamavano, feci fatica ad aprire la porta di ferro e vetri rossi, ma alla fine ce la feci ed una volta dentro individuai subito la lampadina che mi aveva costretto in quel luogo.

Salito sulla scala in ferro che serviva i loculi più in alto affrontai il compito e dopo pochi minuti ridiscesi soddisfatto della luce che ora illuminava il ritratto di mio suocero sorridente.

Mia suocera già singhiozzava ed io non ebbi il coraggio di dire nient'altro che " fatto..." e mi scostai su di un lato per consentirle di ammirare la bontà del lavoro svolto.

" lascia faccio io " dissi a mia suocera nel vederla vaso in una mano e fiori nell'altra tentare ( con quelle scarpe) di salire sulla scaletta di ferro, ma lei si limito ad affidarmi i suoi carichi e proseguì vacillante l'ascesa sino a raggiungere il terzo piano, dove si fermò davanti al sorriso immobile del defunto.

Dopo aver posato il vaso su di una mensola di marmo e aver composto i garofani, il suo singhiozzare si fece progressivamente più forte fino a diventare una vera e propria crisi di pianto.

Nonostante le circostanze, mentre stavo sotto a tenere la scaletta malferma, mi ritrovai a cercare il punto migliore per spiare sotto le gonna, le gambe erano ancora ben tornite e salendo con lo sguardo mi accorsi che aveva le autoreggenti !

Le autoreggenti ! Una delle cose che più mi fa arrapare e la visione della pelle bianca oltre il reggicalze mi creava uno stato confusionale.

Mentre stavo ancora a spiare cominciò a scendere i gradini all'indietro, " piano... Piano... Fai attenzione " le dissi protettivo e nel tentativo di assicurarne la discesa le misi una mano sulla vita mentre con l'altra le tenevo un fianco.

Quando mi fu davanti non potei fare a meno di stringerla ma lei continuava a pingere ripetendo "dario... Dario mio... Perchè mi hai lasciata sola ? E io adesso come faccio ? " " non sei sola..." provai a consolarla " ci siamo noi..." ma nel frattempo, nel tenerla stratta sentivo che il mio cazzo era restato indietro di qualche scena e continuava a pensare a quelle belle cosce bianche invelate dalle autoreggenti, diventando di nuovo duro.

Mi scostai su di un fianco per evitare di scandalizzare quella povera donna, che nel pieno della crisi di pianto si lasciò andare inginocchiandosi a terra, io reggendola per evitare la caduta ora me la trovavo davanti e sebbene le accarezzassi la testa con affetto filiare, i miei pensieri erano diventati un film a luci rosse ma mi rendevo conto che non poteva essere altro che un film.

Ad un tratto, all'ennesimo " dario... Dario mio... " mi abbraccio i fianchi e non saprò mai con quanta consapevolezza" si ritrovò a piangere proprio sul mio cazzo duro... Potevo sentire l'umido delle sue lacrime inumidirmi la patta.

Dopo qualche secondo di questo contatto, insperato e conturbante, sentii l'abbraccio sciogliersi e le mani di mia suocera scivolando sui miei glutei raggiunsero contemporaneamente la zip e con fare deciso liberarono il mio cazzo dalla costrinzione a cui era ridotto.

A quel punto, tenendosi il mio cazzo tra le mani alzò la testa e mi disse con un filo di voce "...posso ?"

Non ebbi il tempo di rispondere che aveva già la metà del mio cazzo in bocca mentre con una mano lo massaggiava e con l'altra mi palpava i coglioni.

Non ci potevo credere, là, davanti a me, in ginocchio, c'era mia suocera, la vedova, la madre di mia moglie, la nonna di mio figlio, che stava facendomi un pompino con una voracità pazzesca.

Le tenevo tutte e due le mani ai lati della testa e assecondavo il movimento su e giù, ogni tanto dando un colpo di reni come se me la stessi chiavando.

"... Ti prego,...fottimi... Vuoi ? " mi disse ad un tratto " certo che ti fotto... Stai tranquilla... Non ti preoccupare " le risposi di impeto e tiratala su in piedi la girai, le tirai su la gonna mentre lei si piegava puntellandosi contro la lapide della zia lucia che sorrideva dietro una lampadina,anche questa a forma di candela.

Con un colpo secco le strappai via le mutande che volarono su di un altra lapadina accesa davanti ad un certo "ezio" che ci guardava dietro la patina gialla della foto.

Le divaricai le gambe e puntai il cazzo all'ingresso della figa e con soli due o tre colpi le fui dentro completamente.

"... Fottimi... Fottimi..." continuava a ripetere come una ossessa intercalando la richiesta con numerosi "... Dario perdonami... Perdonami..." io ormai stantuffavo come un forsennato, mentre con le mani la frugavo passando dalla figa al culo alle tettone, un po morbide ma ancora piene.

" dai... Dai... Riempimi.... Sborrami dentro.... Fammi quello che vuoi " e io davanti a quell'ennesimo invito mi fermai bruscamente, tirai fuori il cazzo grondante di umori e dopo essermi sputato nella mano ed averla passata sulla cappella, glielo puntai fra le chiappe usando il dito come guida per il buco del culo. " si dai... Rompimi il culo..." mi disse, e mi sembrò che un sorriso comparisse finalmente sul suo viso.

Cominciai a spingere prima piano ma poi quando sentii che la punta era dentro glielo spinsi tutto in un colp solo " si, ti rompo il culo.. Troia..." mi scappò e subito mi venne da pensare a mia moglie che mi sentiva dare della trioa a sua madre.

Fu un pensiero fuggevole perchè mia suocera assatanata ora continuava a ripetere "....si fottimi nel culo, dai sborrami dentro dai dai..." capii che ero al limite e accellerai il ritmo dei colpi fino a quando sentii che finalmente venivo e quanto venivo !

Lentamente rallentai il ritmo fino a fermarmi, restando stretto avvinghiato ai suoi fianchi, allora lei si ritirò piano e mi sfilò fuori dal suo culo, si girò e riaccovaciatasi cominciò a leccarlo e baciarlo fino a quando non si ritrovò con un cazzo mollo tra le mani.

Fu a quel punto che si alzò in piedi e ricomponendosi mi disse, "grazie... Ora andiamo che si fa tardi e ti aspettano a casa..." uscimmo dalla cappella di famiglia ci incamminammo verso l'uscita, camminando fianco a fianco ma senza dirci una parola.

La riaccompagnai a casa e prima di scendere si tolse gli occhiali scuri mostrandomi i suoi begli occhi azzurri, un poco arrossati dalle tante lacrime "... Grazie " mi disse, null'altro, e poi scese dalla mia auto. Quando tornai a casa mia moglie era tutta sorridente " ho sentito la mamma che era molto contenta per la lampadina... Ha detto che sei stato bravissimo..." .

Da quel giorno non ho più visto mia suocera piangere e quando vado a trovarla ( quasi tutti igiorni) la vedo spesso china sul mio cazzo a spompinarlo o a novanta gradi mentre me la scopo davanti e dietro. Mi sento come un medico che ha individuato una buona medicina e si preoccupa che la paziente segua con scrupolo la cura.

 
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